Putin, non accettando mediazioni nemmeno da Trump, ha costretto Berlino a rompere il tabù del pacifismo.Putin, non accettando mediazioni nemmeno da Trump, ha costretto Berlino a rompere il tabù del pacifismo.

L’articolo di Federico Rampini, pubblicato sul Corriere della Sera, riflette sul paradosso strategico generato dalle ultime mosse di Vladimir Putin: il leader russo, con la sua aggressione all’Ucraina e le minacce verso l’Occidente, ha involontariamente provocato il risveglio geopolitico della Germania, da decenni abituata a delegare la propria sicurezza alla NATO e agli Stati Uniti. L’Autore ricorda la celebre definizione di Lord Ismay, primo segretario generale della NATO, secondo cui l’Alleanza doveva servire a “tenere gli americani dentro, i russi fuori e i tedeschi giù”. Dopo 75 anni, la situazione è cambiata: la Germania, ora guidata da Friedrich Merz, teme la minaccia russa e inizia un riarmo che potrebbe trasformarla, col tempo, nella potenza bellica più temuta da Mosca, considerando anche la sua forza economica.

Rampini spiega che questa nuova Germania non ha mire imperialiste ma non può più ignorare il rischio di un’Europa lasciata sola dagli Stati Uniti. Putin, non accettando mediazioni nemmeno da Trump, ha costretto Berlino a rompere il tabù del pacifismo. Secondo l’autore, la Russia potrebbe un giorno rimpiangere la NATO, la quale in passato aveva rassicurato Mosca sul contenimento del potenziale bellico tedesco. La stessa logica si applica all’Estremo Oriente, dove la presenza americana ha tenuto a bada la corsa agli armamenti di Giappone e Corea del Sud, potenze tecnologiche e industriali che oggi potrebbero considerare arsenali nucleari autonomi. Rampini conclude che, nel lungo periodo, Putin e Xi rischiano di innescare conseguenze strategiche destabilizzanti per i loro stessi paesi, facendo risorgere paure e rivalità regionali che gli Stati Uniti avevano finora contenuto.

Fonte: Corriere della Sera, Federico Rampini.

L'illustrazione utilizzata per questo articolo è generica e AI-generated; uso libero per finalità editoriali e commerciali.
×