. Non c’era imperatore o capo tribale che non vantasse la propria corte di schiavi, segno di prestigio e ricchezza.. Non c’era imperatore o capo tribale che non vantasse la propria corte di schiavi, segno di prestigio e ricchezza.

L’Africa dei padroni e degli schiavi
Un viaggio nelle radici dello schiavismo autoctono africano, dalle civiltà antiche alle corti reali, dai mercati carovanieri ai regni dell’Oceano Indiano. Quattro puntate per scoprire come la schiavitù ha plasmato il continente, chi erano i protagonisti e come è arrivata la sua fine.

Alle origini di un sistema antico (Prima puntata di quattro)

Se pensiamo alla schiavitù in Africa, spesso ci viene in mente il dramma delle navi negriere che solcavano l’Atlantico. Eppure, molto prima che gli europei iniziassero a deportare milioni di africani verso le Americhe, la schiavitù era già radicata nel cuore del continente. In Egitto e in Nubia, lungo le rotte del Sahara e nei regni del Sahel, la schiavitù era una realtà quotidiana, accettata come parte integrante delle società locali.

Già nell’antico Egitto, i prigionieri di guerra venivano condotti nelle città come bottino di conquista, spesso per servire nelle case dei potenti o nei grandi lavori di irrigazione. Sotto i faraoni, gli schiavi provenivano dalle campagne militari in Nubia o Libia: non si trattava solo di forza lavoro, ma di un simbolo di potere.

Con l’espansione dei regni africani del Sahel, come il Ghana medievale, il Mali e il Songhai, la schiavitù divenne una pietra angolare dell’economia e della gerarchia sociale. Non c’era imperatore o capo tribale che non vantasse la propria corte di schiavi, segno di prestigio e ricchezza. Era un sistema stratificato: c’erano gli schiavi di guerra, i prigionieri catturati nelle razzie, e quelli ceduti come pegno per debiti, come avveniva nei mercati del Niger o sulle sponde del lago Ciad.

Chi veniva ridotto in schiavitù poteva trovare un destino diverso a seconda del contesto: alcuni finivano nei campi, altri nelle corti reali, altri ancora — come succedeva spesso nelle società bantu — potevano essere assorbiti nel clan del padrone, a volte guadagnandosi una posizione di rilievo. Lontano da un modello unico, la schiavitù africana era un mosaico di pratiche diverse: dalle coste dell’Africa occidentale alle alture etiopiche, ogni regione aveva codici propri, spesso intrecciati con tradizioni religiose e leggi tribali.


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