La figura di Kilmar cambia radicalmente a seconda della fonte. I media progressisti lo ritraggono come un padre di famiglia e lavoratore sindacalizzato

Nel suo articolo per The Spectator, Lionel Shriver si interroga provocatoriamente: è diventato illegale espellere gli immigrati illegali? Il pretesto per affrontare la questione è la lunga e grottesca vicenda di Kilmar Armando Abrego Garcia, immigrato salvadoregno entrato clandestinamente negli Stati Uniti nel 2012 e protagonista di un contenzioso legale che ben illustra il caos normativo e politico sull’immigrazione.

La figura di Kilmar cambia radicalmente a seconda della fonte. I media progressisti lo ritraggono come un padre di famiglia e lavoratore sindacalizzato, devoto a un figlio disabile. Secondo l’amministrazione Trump, invece, è un membro attivo della gang MS-13 e coinvolto nel traffico di esseri umani. Dopo un arresto nel 2019 e un’accusa informale di affiliazione a una gang, ICE (Immigration and Customs Enforcement) avviò le pratiche di espulsione, accolte da un giudice e poi confermate in appello. Ma Kilmar, come spesso accade, contestò la decisione e chiese asilo. Una successiva sentenza bloccò la sua espulsione, temendo per la sua sicurezza nel paese d’origine.

Kilmar è rimasto negli Stati Uniti anche dopo nuovi episodi sospetti: nel 2022 è stato fermato mentre trasportava otto uomini dalla dubbia posizione legale su un SUV modificato, con patente scaduta e un riferimento federale al suo presunto legame con MS-13. Eppure, anche in quell’occasione, ICE rifiutò di intervenire e lo lasciò andare.

Nel 2025, il governo Trump ha infine organizzato voli di espulsione verso El Salvador, comprendenti oltre 230 presunti criminali, incluso Kilmar. Ma l’operazione si è scontrata con un’ingiunzione federale che bloccava i voli finché gli espulsi non avessero avuto la possibilità di opporsi legalmente. Dopo un ricorso alla Corte Suprema, Trump è stato costretto a “facilitare” il ritorno di Kilmar negli USA, per poi arrestarlo nuovamente con l’accusa di traffico di esseri umani.

Shriver sottolinea l’assurdità dell’intera vicenda: tra appelli, errori amministrativi e costosi procedimenti, espellere un solo individuo è diventato un processo lungo e costoso, virtualmente inattuabile su vasta scala. Con dieci milioni di ingressi irregolari solo sotto l’amministrazione Biden, l’autrice dubita che la promessa di deportazioni di massa sia realizzabile, non solo per motivi politici ma anche per pura logistica.

Il caso Kilmar diventa così emblema di un sistema paralizzato, dove le burocrazie giuridiche e i sentimenti di parte impediscono un’azione coerente. Gli agenti ICE, conclude Shriver, appaiono sconfitti in partenza, ostacolati da proteste popolari e consapevoli che gran parte dei fermati resterà comunque nel paese.

Fonte: Lionel Shriver, “Has deporting illegals become illegal?”, The Spectator, 10 giugno 2025.

L'illustrazione utilizzata per questo articolo è generica e AI-generated; uso libero per finalità editoriali e commerciali.
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