Nel silenzio delle diplomazie, il neo-cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ridisegnato la linea di Berlino sul conflitto ucraino, scartando la prudenza che aveva frenato la consegna di armi a lungo raggio. Al centro della svolta c’è il missile da crociera Taurus, capace di colpire a 500 km di distanza: Merz ha promesso non solo di fornirlo, ma di sostenere Kiev nello sviluppo di vettori propri, senza limiti di gittata né restrizioni d’impiego. È un taglio netto con la precedente cautela occidentale e apre la porta a attacchi mirati in profondità sul territorio russo, svincolando Washington e la NATO dal peso politico di ogni singolo raid.
La scelta tedesca arriva mentre l’Ucraina dimostra di poter colpire da sola. Nell’operazione Spiderweb, droni nascosti in container sono stati fatti esplodere in quattro basi aeree russe distribuite su tre fusi orari, distruggendo bombardieri Tu-95 e aerei radar A-50 per un valore che Kiev stima in oltre 7 miliardi di dollari. L’attacco, pensato per eludere le difese lanciate dall’Ucraina, ricalca la logica dei Taurus: colpire i nodi da cui Mosca parte per bombardare città ucraine.
Merz accompagna l’escalation tecnologica a una strategia di “ambiguità operativa”. Berlino non renderà pubblici tutti i canali di sostegno, ma stringe un accordo di coproduzione missilistica con Kiev per accorciare filiere e permettere all’Ucraina di rifornirsi senza dipendere dai magazzini occidentali. In parallelo, il dispiegamento di truppe tedesche in Lituania segnala al Cremlino che eventuali pressioni sul Baltico incontrerebbero una risposta immediata.
Il modello difensivo basato su sistemi Patriot, costosi e aggirabili con sciami di droni, viene così sostituito da una postura offensiva di “disturbo attivo”: meno scudi statici, più capacità di rendere inoperativi gli aeroporti e i lanciatori russi prima che partano i missili. L’obiettivo è alzare il prezzo dell’aggressione e, nel lungo periodo, costruire un’autonomia strategica europea fondata sulla produzione congiunta di armamenti ad alto raggio.
In un contesto in cui Washington procede a rilento per calcoli interni, Berlino sceglie di cambiare le regole del gioco: dà fiducia all’iniziativa ucraina e introduce un fattore di deterrenza che Mosca non può ignorare. Il risultato è un’alleanza più fluida, dove la chiarezza degli scopi — impedire la proiezione di potenza russa — si sposa con la discrezione sui mezzi, lasciando l’avversario nell’incertezza su “come, dove e quando” verrà colpito.
Fonte: Daniel Barkley, “From Drones to Taurus: How Ukraine Strikes Are Shaping German Strategy”,
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