Il rapporto tra Donald Trump ed Elon Musk, un tempo caratterizzato da reciproci elogi e collaborazioni, ha recentemente attraversato una fase di tensione pubblica: l’ex presidente e il miliardario di Tesla e SpaceX si sono scambiati accuse e critiche via social media in merito al disegno di legge che incorpora l’agenda presidenziale del 45° comandante in capo americano. Secondo quanto riportato da POLITICO il 5 giugno 2025, Trump ha scelto tuttavia di mostrare un atteggiamento disteso quando è stato interpellato telefonicamente: “Va tutto bene, non ho mai avuto risultati migliori”, ha affermato con aria di indifferenza, rimandando alle sue eccezionali rilevazioni nei sondaggi per sottolineare che la discussione con Musk non avrebbe intaccato la sua popolarità.
Dietro a questa apparente calma c’è il lavoro discreto degli assistenti alla Casa Bianca, preoccupati che lo scontro online potesse degenerare e danneggiare il percorso di approvazione del disegno di legge – soprannominato “big beautiful bill” – che impegna risorse per tagli fiscali e misure più rigorose sull’immigrazione, con un impatto stimato di 2,4 trilioni di dollari sul deficit. Proprio in questo contesto è stata organizzata una telefonata fra Trump e Musk, prevista per il giorno successivo, con l’intento di ricucire i rapporti. L’interessamento di figure esterne, come l’investitore Bill Ackman, ha contribuito a rinsaldare l’ipotesi di una tregua: “Sostenete entrambi, Trump e Musk, e fate pace per il bene del nostro grande Paese”, ha scritto Ackman su X, a cui Musk ha replicato in modo conciliativo.
Per evitare una escalation, gli uomini fidati di Trump gli hanno consigliato di concentrare i suoi interventi pubblici sulla necessità di far passare il “big beautiful bill” anziché alimentare il botta e risposta con Musk. Ne è scaturito un post su Truth Social in cui Trump, con tono meno polemico, si è limitato a dire: “Non mi dispiace se Elon si è voltato contro di me, ma avrebbe dovuto farlo mesi fa. Questo è uno dei più grandi disegni di legge mai presentati al Congresso”, per poi elencarne i vantaggi nel proprio stile e ribadire lo slogan “MAKE AMERICA GREAT AGAIN!”. L’articolo non esclude però che, dopo anni di rapporti altalenanti, i due protagonisti possano trovare un’intesa prima dell’approdo in Senato del pacchetto legislativo.
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