Nel contesto attuale dell’Unione Europea, dove l’asse franco-tedesco continua a essere predominante, il politologo Cesáreo Rodríguez-Aguilera de Prat propone una riflessione sulla possibilità di un nuovo asse politico tra Spagna e Italia. I due paesi mediterranei condividono numerosi interessi geostrategici, in particolare nel campo della politica mediterranea, delle migrazioni e della sicurezza. Tuttavia, lamenta l’autore, manca ancora un’efficace capacità esecutiva congiunta in molti di questi ambiti.

L’idea è quella di affiancare all’asse Parigi-Berlino un asse Madrid-Roma, che, pur senza volerlo sostituire, possa rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa meridionale e accelerare il processo di integrazione europea. In questa prospettiva, l’Italia avrebbe persino una posizione più solida della Spagna, in quanto paese fondatore dell’UE, terza economia dell’eurozona e membro del G7.

Nonostante la prossimità culturale, religiosa e storica tra Spagna e Italia, la cooperazione effettiva rimane limitata e poco sfruttata. Entrambe le nazioni hanno attraversato negli ultimi anni profonde trasformazioni politiche interne: in Spagna il sistema dei partiti è stato sconvolto a partire dal 2015, mentre in Italia fenomeni come il berlusconismo e il Movimento 5 Stelle hanno trasformato lo scenario politico. Anche sul piano economico i due paesi condividono strutture simili, posizionandosi come economie di media produttività, pur con alcune divergenze: il PIL pro capite italiano è leggermente più alto, ma la Spagna cresce a un ritmo maggiore.

I rapporti economici tra i due paesi sono consistenti: gli scambi commerciali sono importanti e la Spagna investe molto più in Italia di quanto l’Italia faccia in Spagna. Entrambi beneficiano dei fondi strutturali europei, ma con differenze nel prelievo fiscale (più alto in Italia) e nei rispettivi squilibri macroeconomici: la Spagna soffre di un tasso di disoccupazione più elevato, l’Italia di un debito pubblico maggiore.

Oltre all’economia, anche i legami sociali sono forti: milioni di cittadini viaggiano ogni anno tra i due paesi, e gli scambi universitari sono in aumento. Tuttavia, vi è un netto squilibrio migratorio: 250.000 italiani risiedono in Spagna, contro appena 30.000 spagnoli in Italia.

Le priorità di politica estera, seppur diverse, offrono margini di convergenza: la Spagna guarda principalmente al Maghreb e all’America Latina, mentre l’Italia ha interessi specifici in Libia, Algeria e nei Balcani occidentali. Sulla scena europea, entrambi i paesi sentono l’esigenza di rinegoziare il proprio ruolo nella UE e nella NATO. In Spagna il governo socialista è convintamente europeista, mentre in Italia la posizione è più sfumata, con un equilibrio tra pragmatismo europeista (Fratelli d’Italia) ed euroscetticismo (Lega).

Nonostante le forti divergenze ideologiche tra Pedro Sánchez e Giorgia Meloni, le priorità comuni potrebbero prevalere. Il premier spagnolo è favorevole a un’integrazione europea più profonda e federalista; Meloni, invece, difende un approccio sovranista e intergovernativo, rifiutando ingerenze su temi etici come l’aborto o i diritti LGTBI, ma accettando un’integrazione economica più pragmatica. Entrambi concordano sull’aumento delle spese in difesa, pur non considerandolo un obiettivo prioritario.

L’articolo conclude evidenziando che un’alleanza strategica tra Italia e Spagna, basata su un europeismo cooperativo e graduale, potrebbe rappresentare un prezioso contrappeso geopolitico e istituzionale nell’equilibrio interno dell’UE. Una maggiore coesione tra i due paesi non solo rafforzerebbe la loro influenza, ma offrirebbe all’Europa meridionale un nuovo protagonismo nel processo di integrazione continentale.

Fonte: Cesáreo Rodríguez-Aguilera de Prat, “España e Italia: una estrategia del sur para Europa”Agenda Pública, 2024


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