La tregua che disorienta: quando la pace non basta più

Mentre in Medio Oriente si festeggia il ritorno degli ostaggi israeliani e si tenta di consolidare la tregua tra Israele e Hamas, in Italia si respira tutt’altro clima. L’articolo di Luca Roberto su Il Foglio racconta con precisione quasi sociologica lo smarrimento — “lo spaesamento”, appunto — di una parte dell’opinione pubblica e della politica italiana di fronte alla possibilità che la guerra possa davvero interrompersi.

Non è la pace che si aspettavano: perché, come sottolineano i protagonisti citati dal giornalista, “la tregua non è pace”, e “i crimini di Israele restano”.

Roberto descrive una scena paradossale: mentre a Sharm el-Sheikh si gettano le basi di un accordo epocale, a Roma e a Udine si riaccendono le proteste. Le ong internazionali, alcune forze politiche e una parte consistente del mondo della cultura chiedono non di sostenere il processo di pace, ma di intensificare i boicottaggi e interrompere ogni rapporto con Israele. Persino una partita di calcio — Italia-Israele — diventa occasione di tensione, con lo stadio semivuoto e la città blindata.

Nel racconto emerge una forma di rigidità ideologica che non riesce a misurarsi con la complessità del presente. Chi per mesi ha costruito la propria identità politica sull’indignazione verso Israele, ora fatica a collocarsi di fronte a un mutamento dello scenario. È come se la pace, invece di rappresentare un traguardo, venisse percepita come una minaccia: la minaccia di perdere un nemico, un orizzonte di mobilitazione, una narrativa consolidata.

Il giornalista non ironizza né giudica apertamente, ma lascia che i fatti parlino da soli. Così la sequenza di eventi — le parole di Boldrini e Ricciardi, le dichiarazioni di Basel Adra, i boicottaggi nel mondo del cinema, la mozione su Tel Aviv bocciata a Milano — costruisce un quadro in cui la retorica dell’impegno si trasforma in incapacità di accogliere la realtà del cambiamento.

L’articolo è interessante perché fotografa un passaggio simbolico: dopo anni di slogan e polarizzazioni, la possibilità di una tregua reale mette in crisi non tanto le posizioni geopolitiche, quanto le abitudini emotive e identitarie della politica occidentale. È un ritratto del nostro tempo: quando la pace arriva, non sempre sappiamo cosa farcene.

Fonte: Luca Roberto, “Spaesati dalla tregua”, Il Foglio Quotidiano, 15 ottobre 2025.

L'illustrazione utilizzata per questo articolo è generica e AI-generated; uso libero per finalità editoriali e commerciali.
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