La Nato, fondata nel 1949 con l’Italia tra i membri originari, resta oggi il fulcro della difesa europea. La regola fondamentale è l’articolo 5 del Trattato Atlantico: se un Paese viene attaccato, tutti gli altri devono accorrere in suo aiuto. È accaduto una sola volta, dopo l’11 settembre 2001, con la missione in Afghanistan.
L’Alleanza non possiede un esercito proprio: ogni Stato mantiene il controllo delle proprie forze armate e decide se e quando metterle a disposizione. La catena di comando ha sede a Bruxelles, dove il Comitato politico — formato dagli ambasciatori dei 32 Paesi — prende decisioni all’unanimità, mentre lo Shape di Mons (Belgio) coordina le operazioni militari sotto guida statunitense.
Le decisioni Nato nascono sempre da un impulso politico: serve l’unanimità per approvare un’azione, ma ogni Paese può poi decidere se partecipare o meno con i propri soldati. È un equilibrio tra sovranità nazionale e solidarietà collettiva che evita blocchi decisionali.
Gli Stati Uniti restano la spina dorsale dell’Alleanza. Dopo la Guerra fredda il loro contingente in Europa era sceso a 63 mila militari, ma dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 è tornato sopra quota 100 mila, distribuiti in oltre quaranta basi. In Polonia, dove è stato installato il comando del V Corpo d’Armata, si concentra oggi il cuore del dispositivo difensivo orientale.
L’Italia partecipa con un ruolo di rilievo: guida il contingente Nato in Bulgaria e contribuisce alle missioni in Ungheria e Lettonia, oltre alle operazioni di sorveglianza aerea e navale dal Baltico al Mediterraneo. Sul territorio nazionale restano basi strategiche americane, da Aviano a Sigonella.
Il bilancio comune della Nato per il 2025 ammonta a 4,6 miliardi di euro, coperti in proporzione dai membri. Ma la vera partita è la spesa militare complessiva: secondo il Sipri di Stoccolma, nel 2024 ha raggiunto 1.506 miliardi di dollari, di cui 997 a carico degli Usa e 509 di Europa e Canada. A giugno i leader dell’Alleanza hanno deciso di portare progressivamente le spese comuni fino al 5% del PIL, un obiettivo politico — non vincolante — promosso da Donald Trump.
Washington rivendica di sostenere la parte maggiore dei costi, ma la cifra di 997 miliardi comprende tutto il budget militare americano, non solo la quota dedicata alla difesa dell’Europa, stimata fra 40 e 150 miliardi. Inoltre il valore reale delle basi Usa e del loro arsenale in territorio europeo resta opaco: nessun Paese, al momento, dispone della capacità militare e logistica per farne a meno.
Fonte: DATAROOM di Milena Gabanelli e Giuseppe Sarcina, “Come funziona la Nato. Ecco chi paga e quanto”, Corriere della Sera, 6 ottobre 2025.
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