Un recente articolo di Michel Naim, pubblicato su The Conversation, mette in luce una forma particolarmente subdola di harcèlement moral: la minaccia di distruggere la carriera professionale di un lavoratore. Questo fenomeno colpisce circa il 35% degli occupati, con una percentuale più alta tra i giovani sotto i 35 anni (43%) e le donne (38%), pur non risparmiando gli uomini (31%). L’autore descrive un’indagine qualitativa condotta in dieci Paesi, tra cui Francia, Canada, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Libano ed Egitto, che evidenzia come tale minaccia si manifesti attraverso pressioni psicologiche, manipolazioni emotive e sabotaggi delle opportunità di carriera.
Questo tipo di mobbing è spesso motivato da conflitti personali, invidia, stili di leadership autoritari o discriminazioni. Si nutre di ambienti lavorativi malsani, dove regnano regole ambigue e relazioni tese. I comportamenti descritti includono la diffusione di voci malevoli, valutazioni professionali distorte, esclusione dai progetti strategici e persino minacce di licenziamento. Alcuni racconti di vittime rivelano l’uso di minacce implicite, come la possibilità di contattare potenziali datori di lavoro per distruggere la reputazione della persona anche dopo l’uscita dall’azienda.
Le conseguenze per la salute psicologica sono pesanti: stress, ansia, depressione e perdita di autostima. Per l’azienda, si traducono in calo di produttività, aumento del turnover e danno alla reputazione. La gravità delle ripercussioni varia tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo: nei primi, sistemi di protezione sociale più solidi offrono qualche tutela, mentre nei secondi le vittime risultano più vulnerabili.
L’autore conclude che le aziende devono creare una cultura del rispetto, adottare politiche chiare contro il mobbing e prevedere canali sicuri per le denunce. Alle vittime si raccomanda di documentare ogni comportamento sospetto, cercare supporto, valutare la possibilità di azioni legali e pianificare il futuro professionale con attenzione.
Fonte: Michel Naim, « Détruire une carrière professionnelle, nouvelle forme de harcèlement moral », The Conversation, 9 giugno 2025
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