L’invenzione della politica
Carlo Galli sostiene* che, se si volesse individuare un’immagine emblematica del modo in cui i Greci tra il VII e il VI secolo a.C. percepiscono il proprio spazio politico, quella di un cerchio risulterebbe probabilmente la più adatta. Spiega che, mentre la piramide esprime la verticalità delle strutture di comando e delle differenziazioni sociali tipiche della politica asiatica, il cerchio rappresenta il processo – avviato tra Solone e Clistene – che consente di porre il potere (il kratos o l’arché) in mezzo, al centro della città (polis) e dei cittadini. Questo processo permette, secondo Galli, di trasformare il potere in una questione politica, in una cosa pubblica che riguarda tutti.
Galli afferma che il risultato di tale trasformazione è una progressiva erosione delle differenziazioni sociali, che, pur restando forti e quasi insuperabili sul piano socioeconomico, vengono ridimensionate sul piano politico, fino a diventare tendenzialmente irrilevanti. In particolare, dopo la riforma istituzionale di Clistene ad Atene, la politica – intesa come spazio comune a tutti i cittadini – assume una consistenza e un’autonomia prima sconosciute.
Spiega inoltre che Clistene soppianta le precedenti forme di aggregazione e di clientela, come le associazioni per stirpi o per culto religioso, e rimescola territorialmente i luoghi dell’aggregazione. In questo modo, pone la città e la cittadinanza, ovvero la facoltà dell’esercizio dei diritti politici, al centro della vita degli individui. Galli osserva che il fatto che la decisione politica stia “in mezzo” significa che essa diventa accessibile alla volontà dei cittadini, alle loro ragioni e argomentazioni; che, una volta eroso il carattere sacro delle leggi, il comando può e deve essere esercitato nell’interesse di tutti, e che esso deve rendere conto a tutti del proprio operato.
Conclude affermando che la nascita della politica – e della riflessione sulla politica – in Grecia si deve proprio al fatto che, per la prima volta, l’ordine politico non è più legittimato per analogia con l’ordine cosmico, né fondato su gerarchie di saperi o arcani principi noti solo ai sapienti o ai virtuosi, ma viene giustificato dalla sua funzione sociale. Tale funzione, secondo Galli, consiste nella capacità di assorbire le dinamiche di tutte le componenti della società e di costituire, al centro del cerchio sociale, il luogo della loro composizione.
*cfr. Carlo Galli, Edoardo Greblo, Maria Laura Lanzillo, Sandro Mezzadra e Domenico Taranto. Manuale di storia del pensiero politico, a cura di Carlo Galli. Il Mulino