Caracciolo. Suicidio USA

Nel suo editoriale su Repubblica, Lucio Caracciolo sostiene che la competizione globale tra Cina e Stati Uniti sia segnata da una profonda asimmetria psicopolitica: Pechino procede con metodo, mentre Washington arretra, indebolita da conflitti interni e da scelte strategiche che definisce “suicide”. Il nodo centrale, secondo l’autore, è l’errore americano di aver spinto la Russia nelle braccia della Cina: oggi l’idea di Donald Trump di separare Mosca da Pechino per usarla contro Xi è, per Caracciolo, irrealistica.

Gli Stati Uniti, osserva l’editorialista, hanno sempre avuto bisogno di un grande nemico esterno. Ma l’attuale conflitto simultaneo con Cina e Russia – aggravato dallo scontro interno fomentato da Trump contro lo “Stato profondo” – è senza precedenti. Questa dinamica sarebbe il risultato di un decennio di scelte che hanno escluso Mosca dall’Occidente, fino alla crisi ucraina del 2014, letta da Caracciolo come una svolta che ha offerto alla Cina un varco geopolitico decisivo in Eurasia.

Da allora, sostiene il commentatore, il sistema internazionale è entrato in una fase di transizione radicale, che impedisce qualsiasi ritorno all’ordine precedente. L’idea di un impero globale americano capace di integrare una Cina liberalizzata si sarebbe rivelata un’illusione. L’apertura economica alla Cina – culminata nell’ingresso nella WTO – avrebbe prodotto un risultato opposto alle aspettative: Pechino è diventata più chiusa e nazionalista, mentre gli Stati Uniti virano verso un autoritarismo plutocratico segnato da divisioni razziali e sociali.

Caracciolo individua un rovesciamento anche nella strategia economica: Trump punta oggi sulla reindustrializzazione, adottando in ritardo ciò che la Cina considera da sempre la base della potenza nazionale. Intanto l’ascesa tecnologica cinese è stata favorita proprio da generazioni di scienziati formati negli Stati Uniti, ora al servizio di Pechino.

La causa profonda di questa congiuntura, scrive Caracciolo, è “culturale”: i cinesi hanno studiato l’America per capirla e superarla; gli americani si sono percepiti come naturalmente superiori. L’autore richiama il saggio di Alessandro Aresu La Cina ha vinto, per concludere che Xi potrebbe pagare a sua volta un prezzo per l’arroganza del potere. Ma una cosa appare evidente: gli Stati Uniti, per Caracciolo, stanno perdendo soprattutto perché combattono contro sé stessi.

Fonte: la Repubblica, Lucio Caracciolo. L’abbraccio Putin-Xi e il suicidio americano

L'illustrazione utilizzata per questo articolo è generica e AI-generated; uso libero per finalità editoriali e commerciali.
×