Netanyahu all’ONU: “Israele ha sconfitto l’asse del terrore, ma non è finita”Netanyahu all’ONU: “Israele ha sconfitto l’asse del terrore, ma non è finita”

All’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu ha presentato un bilancio trionfale dell’ultimo anno di conflitti in Medio Oriente, rivendicando l’eliminazione di Hamas, Hezbollah, Assad e i vertici militari iraniani, in quella che ha definito “Operazione Leone Nascente”. Secondo il premier israeliano, la cooperazione con gli Stati Uniti e l’appoggio diretto di Donald Trump avrebbero consentito di neutralizzare i programmi nucleari e missilistici dell’Iran, trasformando quello che fu il “giorno più oscuro” del 7 ottobre 2023 in un “ritorno militare senza precedenti nella storia”.

Il discorso ha oscillato fra celebrazione militare e appelli drammatici: Netanyahu ha letto i nomi dei 20 ostaggi ancora vivi a Gaza e ha parlato loro direttamente dall’aula dell’ONU, facendo trasmettere le sue parole anche tramite altoparlanti intorno alla Striscia. Ha promesso che Israele “non si fermerà finché non li riporterà a casa”. Ai leader di Hamas ha lanciato un ultimatum: “Liberateli o Israele vi darà la caccia”.

La retorica del discorso ha insistito sulla dimensione universale della lotta: i nemici di Israele, ha detto Netanyahu, sono anche nemici dell’Occidente. Iran, Hezbollah, Hamas e Houthi sono stati dipinti come un unico fronte che odia America ed Europa. Da qui l’accusa ai governi occidentali che hanno riconosciuto uno Stato palestinese dopo il 7 ottobre: secondo Netanyahu, quel gesto ha inviato il messaggio che “uccidere ebrei paga” e rischia di incoraggiare il terrorismo. La soluzione dei due Stati viene da lui respinta come un’illusione: non sarebbe mai stata accettata dai palestinesi, che – a suo dire – vogliono uno Stato “al posto di Israele, non accanto”.

Netanyahu ha anche respinto con forza le accuse di genocidio a Gaza, sostenendo che Israele abbia fatto “più di qualunque esercito nella storia per limitare le vittime civili”, accusando Hamas di usare la popolazione come scudi umani. Ha paragonato le accuse internazionali alle “menzogne di sangue” dell’antisemitismo medievale.

In chiusura, ha rilanciato una visione di lungo termine: la sconfitta dell’asse iraniano aprirebbe la strada a nuove prospettive di pace, con la Siria, con il Libano e con il mondo arabo e musulmano più ampio, evocando persino la possibilità di un futuro rinnovato rapporto con l’Iran liberato dal regime attuale. Israele, ha detto, continuerà a difendersi con la forza ma resta “una luce per le nazioni, un faro di innovazione e progresso per l’umanità”.


L'illustrazione utilizzata per questo articolo è generica e AI-generated; uso libero per finalità editoriali e commerciali.
×