Di fronte a un’escalation di minacce nei confronti dei membri del Congresso e delle loro famiglie, il dibattito sulla sicurezza personale dei legislatori americani si fa sempre più acceso. L’urgenza di rafforzare le misure di protezione si scontra però con la necessità, per molti rappresentanti, di restare accessibili e visibili all’elettorato.
Il senatore democratico del Connecticut, Richard Blumenthal, ha dichiarato di sostenere un ampliamento delle risorse per la sicurezza dei parlamentari, a condizione che questo non interferisca con l’esercizio del loro mandato. “Non ho intenzione di cambiare il mio modo di vivere o di fare il mio lavoro, perché l’accessibilità è parte integrante della mia identità di funzionario pubblico”, ha spiegato, pur riconoscendo che molti colleghi vivono in un clima di crescente paura. Blumenthal ha inoltre criticato il fatto che alcune minacce serie vengano ancora oggi liquidate come scherzi o burle.
Il senatore repubblicano del South Dakota, Mike Rounds, ha condiviso questa linea, sottolineando la necessità di strumenti più efficaci per distinguere tra le provocazioni comuni sui social media e i segnali di un reale pericolo imminente. Secondo Rounds, è fondamentale individuare chi “sta andando oltre le normali polemiche” e potrebbe arrivare ad atti violenti.
Sul fronte operativo, i deputati Bryan Steil (R-Wisconsin) e Joe Morelle (D-New York), rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione Amministrativa della Camera, hanno chiesto al Dipartimento di Giustizia di assegnare un procuratore — anche part-time — a ciascuno dei 94 distretti federali per indagare e perseguire le minacce rivolte ai parlamentari. Un passo concreto per rafforzare la risposta giudiziaria.
A partire dall’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, il Corpo di Polizia del Congresso ha investito notevolmente in operazioni d’intelligence e nell’espansione dei team incaricati di valutare le minacce. Sono stati aperti anche uffici distaccati in diverse località per affrontare i rischi crescenti fuori da Washington. Solo nel 2024 sono state segnalate oltre 9.400 minacce, molte delle quali hanno richiesto l’attivazione di scorte temporanee anche per parlamentari normalmente non protetti.
La violenza avvenuta nell’ottobre 2022 contro Paul Pelosi, marito dell’allora Speaker della Camera, ha inoltre rilanciato le richieste per una maggiore protezione anche nelle abitazioni private. La Capitol Police ha cercato di colmare i vuoti collaborando attivamente con le forze dell’ordine locali, sia per evitare tentativi di “swatting” (falsi allarmi per inviare squadre speciali nelle case) che per garantire la sicurezza durante eventi pubblici nei collegi elettorali.
“Continuiamo a lavorare in stretto coordinamento con i responsabili della sicurezza della Camera e del Senato per migliorare la protezione dei membri del Congresso”, ha dichiarato un portavoce della Capitol Police, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le varie agenzie per garantire la sicurezza nazionale.
Fonte: Politico
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