Secondo de Benoist, Rousseau si oppone frontalmente alla filosofia delle Lumières.Secondo de Benoist, Rousseau si oppone frontalmente alla filosofia delle Lumières.

Nel suo nuovo saggio Un autre Rousseau, edito da Fayard, Alain de Benoist propone una rilettura radicale e inattesa del pensiero di Jean-Jacques Rousseau, smentendo le rappresentazioni stereotipate diffuse tanto dai suoi difensori quanto dai suoi critici. In un’intervista concessa al Journal du Dimanche, il filosofo francese contesta l’idea – spesso ripetuta senza approfondimento – di un Rousseau precursore lineare della Rivoluzione francese e delle ideologie illuministe.

Secondo de Benoist, Rousseau si oppone frontalmente alla filosofia delle Lumières. Non crede nel progresso, bensì è ossessionato dalla decadenza della modernità e dall’allontanamento dell’uomo dalla sua natura originaria. Ammiratore dell’antichità, Rousseau vede nell’economia e nello scambio commerciale non un motore di libertà, come volevano i philosophes, ma un vettore di corruzione morale e sociale. Rivendica la centralità del politico e della sovranità popolare, opponendosi tanto al cosmopolitismo quanto all’universalismo astratto di pensatori come Condorcet. Le istituzioni, afferma, devono rispecchiare la specificità dei popoli: non esiste l’uomo universale, esistono cittadini concreti.

L’autore sottolinea come Rousseau sia stato ridotto a icona o a capro espiatorio, vittima di letture anacronistiche. La sua celebre formula sull’“uomo naturalmente buono” è spesso travisata: il vero bersaglio di Rousseau non è la società in sé, ma la società moderna che ha esasperato l’egoismo e l’amor proprio, contrapponendoli all’amor di sé e alla virtù civica. Contro Hobbes, Rousseau immagina lo stato di natura non come realtà storica, ma come ipotesi utile a smascherare la violenza della società contemporanea. Il suo Contratto sociale non ha nulla a che fare con l’individualismo utilitarista di Locke o con la logica della paura di Hobbes: mira piuttosto a conciliare libertà individuale e volontà generale.

De Benoist insiste anche sull’inattualità di Rousseau per entrambe le polarità politiche. Incompatibile con la destra reazionaria che sogna un ritorno al passato, Rousseau si scontra anche con la sinistra contemporanea, che ha abbandonato il sociale per il “sociétal” e ha aderito senza resistenze alla logica del mercato globale. Per questo, sostiene de Benoist, l’autore del Contratto sociale potrebbe oggi parlare più ai “socialisti patriottici” che alla gauche mondialista. Un pensatore “inclassabile”, come lo stesso de Benoist si definisce, e che trova nella trasversalità e nell’originalità la sua forza.

Fonte: Le JDD – « Rousseau s’oppose à angle droit aux thèses des Lumières, il ne croit pas au progrès et est même hanté par la décadence »

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