Api in pericolo: cosa le sta uccidendo (e perché riguarda tutti noi)
Appunti da “Dataroom” di Milena Gabanelli e Simona Ravizza – Corriere della Sera

Ogni 20 maggio, Giornata mondiale delle api, dovremmo ricordarci che la loro attività incessante garantisce la nostra sicurezza alimentare. Ma stiamo compromettendo questo equilibrio: “almeno 75% delle colture dipende dagli impollinatori”, sottolineano gli esperti citati nell’inchiesta. E se pensiamo al nostro piatto quotidiano, ci accorgeremmo che moltissimi frutti e ortaggi – dalle mele alle zucchine – non esisterebbero senza il passaggio del polline da fiore a fiore, operazione delicata e silenziosa di cui le api sono le protagoniste assolute.

Eppure, queste piccole operaie stanno morendo. Dal 2015 sono stati segnalati in Italia 914 casi di morie fino al 50% degli apiari, ma si tratta di un numero largamente sottostimato, poiché riguarda meno dell’1% degli allevamenti. Le cause principali? Due, secondo le ricerche del Crea, dell’Istituto Mario Negri e dell’Ispra.

Meno fiori, meno cibo

La prima minaccia è la mancanza di nutrimento. Il cambiamento climatico altera i tempi di fioritura, e spesso le api si svegliano quando il fiore non c’è più. “Una gelata improvvisa, un periodo di siccità, piogge fuori stagione: basta poco per compromettere la disponibilità di polline e nettare”. Inoltre, le colture moderne, selezionate per l’autofertilità e l’alta resa, non producono risorse per gli impollinatori. Ma questo dettaglio – grave – non è segnalato nemmeno sulle confezioni delle sementi, e gli agricoltori spesso non ne sono a conoscenza.

L’uso dei pesticidi

La seconda causa è più nota: i pesticidi. Le analisi sulle api morte rivelano “principi attivi di fitofarmaci nel corpo e nel polline raccolto”. Le grandi monocolture – grano, mais, riso – praticate senza rotazione, spingono a un impiego intensivo di agrofarmaci che, oltre a intossicare le api, impoveriscono i suoli. Si entra così in un circolo vizioso: più il terreno si degrada, più aumentano fertilizzanti e veleni.

Le contromisure europee

La Ue cerca di correre ai ripari. Nella strategia “Farm to Fork”, Bruxelles promuove metodi alternativi ai fitofarmaci e premia chi protegge gli impollinatori. Solo nel 2023, ad esempio, sono stati finanziati 62.000 ettari di agricoltura favorevole alle api e oltre un milione di ettari coltivati senza diserbanti. Inoltre, 822.000 ettari sono stati sostenuti con fondi per l’agricoltura biologica.

Tecnologia contro biodiversità

Davanti al declino delle api, l’industria guarda ai droni impollinatori. Ma la prospettiva è inquietante. Quante macchine servirebbero per rimpiazzare un singolo alveare, che può visitare fino a 20 miliardi di fiori l’anno? E, soprattutto, quale prezzo ambientale avrebbe un mondo dove “le api non servono più”? La risposta arriva da un secolo fa, con le parole di Maurice Maeterlinck: “Più di centomila varietà di piante scomparirebbero se le api non le visitassero”.

Fonte: Milena Gabanelli e Simona Ravizza, Api in pericolo: cosa le sta uccidendo e perché è una minaccia per noi, Corriere della Sera – Dataroom, 20 maggio 2025.

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