gli Stati Uniti intendono davvero colpire Fordow, oppure la loro è solo una mossa di pressione strategica per condizionare l’Iran e rassicurare Israele?Gli Stati Uniti intendono davvero colpire Fordow, oppure la loro è solo una mossa di pressione strategica per condizionare l’Iran e rassicurare Israele?

Mentre la guerra tra Israele e Iran prosegue con intensità crescente, gli Stati Uniti hanno aumentato la loro presenza militare nella regione, mantenendo però una strategica ambiguità. Secondo quanto riferisce The Guardian, non è stata annunciata alcuna operazione specifica contro l’impianto nucleare iraniano di Fordow, ma alcuni indizi suggeriscono che il Pentagono stia prendendo in considerazione un attacco a lungo raggio, utilizzando i potenti bombardieri B-2 Spirit.

Il sito di Fordow, scavato tra le montagne e a una profondità stimata di 80-90 metri, è tra i più protetti dell’Iran. Per poterlo colpire, sarebbe necessario impiegare le bombe perforanti GBU 57/B Massive Ordnance Penetrator da 13,6 tonnellate, capaci di penetrare fino a 60 metri di roccia. E solo i bombardieri stealth B-2 sono certificati per trasportarle. Tuttavia, nessun B-2 è stato ufficialmente schierato finora, nonostante immagini satellitari di maggio mostrassero sei di questi aerei presenti nella base di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, punto strategico per missioni sul territorio iraniano.

Una mossa significativa è stata l’avvistamento, domenica, di oltre 31 aerocisterne dell’aeronautica statunitense (tra cui KC-135 e KC-46) in rotta verso est, rilevate dal sito AirNav Systems. Tali aerocisterne sono cruciali per supportare missioni a lungo raggio come quella che servirebbe a colpire Fordow. La manovra lascia aperta la possibilità di un raid aereo ancora non annunciato.

Justin Bronk, esperto del Royal United Services Institute, osserva che “sarebbero necessarie esplosioni multiple per distruggere Fordow, con un secondo ordigno che penetri esattamente nel cratere lasciato dal primo”. Un attacco riuscito richiederebbe dunque più B-2 e una perfetta sincronizzazione per garantire che ogni bomba arrivi nel punto giusto e alla giusta profondità.

In parallelo, è già operativo nella regione un gruppo da battaglia della portaerei USS Carl Vinson, e un secondo, guidato dalla USS Nimitz, è in arrivo. Si contano almeno tre cacciatorpediniere USA nell’area del Mediterraneo orientale. Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha confermato il rafforzamento della postura difensiva nella regione, ma senza fornire dettagli. Donald Trump ha aggiunto che gli USA cercano “qualcosa di meglio di un cessate il fuoco”, lasciando volutamente nell’incertezza le reali intenzioni americane.

Infine, il ricordo di un test riservato del Pentagono, avvenuto oltre un decennio fa, alimenta ulteriori ipotesi: secondo il New York Times, una replica del sito di Fordow fu distrutta con successo da una bomba da 30.000 libbre in un test nel deserto. Quelle immagini furono mostrate anche a esponenti politici israeliani come Ehud Barak, segno che la capacità tecnica esiste già da tempo.

L’interrogativo resta: gli Stati Uniti intendono davvero colpire Fordow, oppure la loro è solo una mossa di pressione strategica per condizionare l’Iran e rassicurare Israele? La vaghezza sembra, per ora, parte del piano.

Fonte:

The Guardian – “Could US attack Iran’s Fordow nuclear site? Military movements offer a clue”, di Dan Sabbagh, 17 giugno 2025

L'illustrazione utilizzata per questo articolo è generica e AI-generated; uso libero per finalità editoriali e commerciali.
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