Il presidente Donald Trump avrebbe recentemente bloccato un piano israeliano per assassinare la Guida Suprema iranianaIl presidente Donald Trump avrebbe recentemente bloccato un piano israeliano per assassinare la Guida Suprema iraniana

Mentre la guerra tra Israele e Iran raggiunge un’intensità mai vista prima, con attacchi missilistici e operazioni aeree che superano di gran lunga le passate schermaglie simboliche, emerge una notizia sorprendente: secondo quanto riportato da Reuters e ripreso da National Review, il presidente Donald Trump avrebbe recentemente bloccato un piano israeliano per assassinare la Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei. La decisione avrebbe suscitato tensioni, considerando che gli Stati Uniti sono storicamente consapevoli del ruolo diretto dell’Iran nella morte di soldati americani in Iraq.

Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che finché l’Iran non uccide attivamente cittadini americani, non si prenderanno di mira i vertici politici del regime. Una posizione che, per alcuni, ignora decenni di ostilità e interventi letali da parte iraniana. Altri osservatori ipotizzano che Trump stia cercando di inviare a Khamenei un segnale di distensione, nella speranza di ottenere in futuro un accordo diplomatico. Ma l’invio massiccio di aerei cisterna americani sopra l’Atlantico fa pensare che Washington stia anche preparando l’eventualità opposta: un coinvolgimento diretto o un appoggio più incisivo all’operazione israeliana “Rising Lion”.

Secondo numerose fonti della sicurezza israeliana, l’efficacia delle incursioni aeree è stata amplificata da anni di infiltrazioni del Mossad all’interno del territorio iraniano. Sono stati installati segretamente droni e armi guidate, commando sono penetrati fino a Teheran, e un sofisticato attacco coordinato ha permesso a oltre 200 aerei israeliani di colpire con precisione obiettivi militari, mentre le difese aeree iraniane venivano neutralizzate. È stato addirittura diffuso un raro video che mostra droni colpire installazioni missilistiche.

Il messaggio sottinteso dell’articolo di Jim Geraghty è che le autocrazie come quella iraniana non sono monolitiche né invincibili: anche nei loro apparati di sicurezza più impenetrabili esistono dissensi, opportunismi e debolezze sfruttabili dai servizi di intelligence stranieri. Dietro l’apparente compattezza di un regime oppressivo, si celano spesso individui pronti al tradimento, non per ideologia, ma per desiderio di riconoscimento.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, l’orrore è arrivato sotto forma di un doppio omicidio politico in Minnesota. Vance Luther Boelter è stato arrestato con l’accusa di aver assassinato due parlamentari democratici e ferito gravemente un senatore e sua moglie. Le motivazioni del gesto restano ambigue, alimentando un dibattito tossico sulla politicizzazione della violenza. Mentre alcuni cercano di etichettare l’aggressore come un fanatico di destra, il suo passato – che include nomine da parte di governatori democratici – complica la narrazione.

La riflessione finale dell’articolo invita a non leggere questi eventi secondo le solite dicotomie ideologiche, ma a distinguere nettamente tra chi crede nel confronto democratico e chi giustifica l’omicidio come strumento politico.

Fonte: National Review – Did Trump Keep the Ayatollah Alive? di Jim Geraghty, 16 giugno 2025

L'illustrazione utilizzata per questo articolo è generica e AI-generated; uso libero per finalità editoriali e commerciali.
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