WhatsApp, nato come semplice piattaforma per chiacchiere tra amici, si è ormai radicato nella vita lavorativa quotidiana, trasformandosi anche in un terreno di conflitto legale. Jonathan Lord racconta come i tribunali del lavoro britannici usino sempre più spesso le conversazioni sulle chat per ricostruire promesse, comportamenti e violazioni disciplinari. Analizzando oltre duemila sentenze dal 2019, l’autore rileva un balzo dei casi in cui WhatsApp viene citato: da 48 nel 2018 a 562 nel 2024. Gli ambiti più frequenti riguardano licenziamenti ingiusti, violazioni contrattuali, molestie e discriminazioni.
Alcuni verdetti emblematici mostrano il peso probatorio dei messaggi: una dipendente esclusa dal gruppo aziendale dopo aver annunciato la gravidanza ha ottenuto quasi 20 000 sterline; un lavoratore gay, bersaglio di battute in chat, ha ricevuto oltre 36 000 sterline; una badante incinta, licenziata con un messaggio, è stata risarcita con più di 40 000 sterline; infine, uno scrittore freelance ha visto confermati via screenshot gli accordi con l’editore e si è visto riconoscere quasi 100 000 sterline.
Le chat, spiega Lord, offrono uno spaccato della cultura aziendale: battute sessiste o razziste, confidenze sulle pressioni di lavoro e persino promesse di aumento di stipendio possono riemergere in aula, nonostante la crittografia end-to-end dia un’apparente sensazione di riservatezza. Con lo smart working la continuità di connessione accentua il rischio di burnout e di equivoci: un commento ritenuto innocuo di sera può diventare prova di mobbing al mattino.
La lezione è chiara: se non lo scriveresti in un’email o non lo diresti in riunione, non inserirlo in WhatsApp. Per i datori di lavoro diventa urgente aggiornare le policy su orari, gruppi e rispetto dell’inclusività, senza arrivare a un divieto totale ma fissando regole precise. Sapere che una battuta fuori luogo può sostenere un ricorso per molestie o che un messaggio ignorato può essere usato per dimostrare scarso rendimento spinge tutti a una comunicazione più consapevole.
FONTE: https://theconversation.com/your-whatsapp-messages-could-get-you-sacked-255073
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