L’articolo firmato da Aja Martinez e Robert Smith per African Arguments analizza l’ascesa dell’attacco sistematico alla Critical Race Theory (CRT) negli Stati Uniti a partire dal 2020, contestualizzandolo come una reazione politica alla mobilitazione per i diritti civili seguita all’uccisione di George Floyd. L’onda lunga delle proteste del movimento Black Lives Matter ha infatti scatenato, secondo gli autori, un contrattacco mediatico e legislativo da parte dei circoli conservatori, volto a ridisegnare i contorni del discorso pubblico sulla razza e sull’identità americana.

Un punto di svolta cruciale è rappresentato dall’intervento televisivo, il 1° settembre 2020, del media strategist Christopher Rufo sul programma Tucker Carlson Tonight, dove ha denunciato le politiche di diversità e inclusione nell’amministrazione federale come un presunto complotto per estirpare il pensiero conservatore, indicando nella CRT una “minaccia esistenziale per gli Stati Uniti”. Questo intervento ha portato, nel giro di poche settimane, all’emissione dell’ordine esecutivo 13950 da parte del presidente Trump, un atto che vietava i programmi formativi ritenuti divisivi perché fondati su stereotipi razziali o sessuali. Secondo quanto riportato da Mark Meadows, l’ordine è stato redatto e firmato in tempi insolitamente rapidi, frutto della pressione mediatica e dell’influenza diretta di Rufo.

Questo ordine, benché revocato successivamente, ha segnato l’inizio di una campagna legislativa ampia e aggressiva. Come riportato dal progetto di monitoraggio CRT Forward della UCLA, tra il 2020 e l’inizio del 2025 sono state presentate ben 870 misure legislative anti-CRT a livello locale, statale e federale. Queste iniziative, spesso basate su modelli forniti da think tank conservatori, mirano in particolare all’ambito educativo, sia nella scuola primaria e secondaria sia nell’università.

L’ideologia sottostante, spiegano Martinez e Smith, si rifà a quella che il sociologo Eduardo Bonilla-Silva definisce “liberalismo astratto”: un uso retorico e decontestualizzato di concetti come merito e individualismo per delegittimare le politiche di equità e giustizia sociale. In Texas, ad esempio, la legislazione recente vieta ai docenti universitari di sostenere l’idea che una razza, sesso o convinzione sia intrinsecamente superiore a un’altra, o che la meritocrazia possa essere considerata un concetto razzista. Si tratta di norme che, sotto la parvenza della neutralità, mirano a cancellare la possibilità stessa di discutere le origini sistemiche delle disuguaglianze razziali.

La campagna orchestrata da Rufo ha avuto anche una forte dimensione mediatica: nel 2021 lo stesso Rufo ha rivendicato pubblicamente di aver “marchiato” la CRT come un concetto tossico e divisivo da eliminare, includendovi tutte le “follie culturali” percepite dai settori conservatori. Questa strategia comunicativa – affermano gli autori – ha trasformato la CRT in un capro espiatorio, riducendola a una caricatura per scatenare paura e disinformazione.

Eppure, ricordano Martinez e Smith, la CRT non è nata in Europa o da influenze marxiste, come sostenuto da molte narrazioni di destra, bensì negli Stati Uniti, come risposta accademica ed esperienziale alle discriminazioni razziali. Le sue radici si trovano nei movimenti studenteschi degli anni Settanta e Ottanta in università come Harvard, Yale e Berkeley, e non è mai stata confinata a un’élite intellettuale, ma al contrario si è sempre proposta come strumento critico per l’analisi della realtà sociale.

Oggi, nel pieno di una nuova ondata autoritaria e di crescenti disuguaglianze globali, l’attacco alla CRT si configura come parte di un più ampio tentativo di riscrivere la storia e silenziare le voci che denunciano le ingiustizie. Ma, concludono gli autori, il valore della CRT non sta tanto nel suo nome o nei suoi princìpi astratti, quanto nella sua capacità di “umanizzare i dati” attraverso le storie e le esperienze delle comunità emarginate. Difenderla significa difendere un linguaggio della verità, della giustizia e dell’umanità condivisa.

Fonte: The War on “Woke” and the Attack on Critical Race Theory, di Aja Martinez e Robert Smith, pubblicato su African Arguments il 18 aprile 2025

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